Gildo - Giorgio Gaber

Gildo - Giorgio Gaber

Альбом
Il teatro canzone
Год
2011
Язык
`イタリア語`
Длительность
404630

以下は曲の歌詞です Gildo 、アーティスト - Giorgio Gaber 翻訳付き

歌詞 " Gildo "

原文と翻訳

Gildo

Giorgio Gaber

Fu proprio là nella corsia di un ospedale

Che aprii gli occhi e vidi un letto accanto al mio

Il primo giorno si ha una sensazione spiacevole e volgare

E i piccoli disagi non fanno bene al cuore

Ma la notte, la notte

Aumenta lo spessore del dolore con le sue presenze

La notte, il cuore è gonfio la notte

E i lamenti dei malati riempiono le stanze

Ma stranamente il giorno dopo prima che arrivino i parenti

Si fa un poco di ironia persino sui lamenti

E il letto accanto al mio con dentro un uomo grosso e un po' volgare

Diventa una presenza singolare

«Gildo, come faccio, mi vergogno, dovrei andare»

E Gildo, il grosso Gildo, mi insegna da sdraiato come devo fare

E intanto a pochi metri di distanza si fatica a respirare

Sono le innocenti stonature di un salotto

Sono i piccoli fastidi, i gesti un po' meschini

Che fanno l’uomo veramente brutto

Ma in ospedale dove la perdita è totale

Dove lo schifo che devi superare

È quello di aiutare un uomo a vomitare

Dove non c'è più nessuna inibizione

Dal vomito al sudore, alla defecazione

E allora salti il piano se lo sai saltare

E entri in un altro reparto dell’amore

«Gildo, io vorrei che all’insaputa delle suore»

E Gildo, il grosso Gildo, mi passa di nascosto qualche cosa da mangiare

E intanto a pochi metri di distanza un uomo muore

Si parla poco e piano per diverse ore

E a notte alta quell’ospite agghiacciante vien portato via

E riprende indisturbato e noncurante il ritmo della corsia

I piccoli disagi, l’ho già detto, fanno male al cuore

Ma il senso della morte

È sempre stato troppo forte

Gildo, non l’ho mai saputo immaginare

Chissà perché improvvisamente diventa elementare

Potrà sembrare irriverente ma qualche ora dopo

Ridevamo tutti per niente

Ma a scanso di fraintesi

Non è il cinismo mestierante dei dottori

Ma il senso della vita che ti spinge fuori

«Gildo, mi dispiace, son guarito, devo andare»

E Gildo, che naturalmente mai più nella mia vita ci avrò il gusto di incontrare

Nasconde, questa volta con vergogna, il suo dolore

Il cielo azzurro e teso

E le mie gambe strane, senza peso

Attraversavo il giardino tremante

Come in un sogno riposante

Gli occhi delle nuove madri luccicavano

E i grossi seni sotto le vestaglie biancheggiavano

Solitario avvertivo quel candore, quell’aria di purezza

E il cielo era azzurrino e c’era un po' di brezza

E stranamente un senso d’amore che non so dire

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